BeniaminoAscioneBeniamino Ascione è nato a Portici il 4 maggio 1895.

Autodidatta, è stato artista eclettico: pittore, scultore, intagliatore, bibliofilo, studioso, collezionista.

Allo scoppio della prima guerra mondiale è stato chiamato alle armi. Dopo solo cinque mesi di guerra, però, è stato catturato dagli Austriaci. Internato, è rimasto per i successivi tre anni prigioniero nel campo di Mathausen, in Austria.

Ritornato alla vita civile, come disegnatore e bibliotecario, ha lavorato all’Istituto di Entomologia Agraria di Portici.

Pittore, ha «… impresso sulle tele e sui bozzetti momenti di vita ed immagini nostrane, dichiarandosi seguace dei macchiaioli». Tra le sue tele più apprezzate opere pittoriche, ricordiamo un gigantesco quadro, eseguito con la tecnica della pittura a olio, dal titolo Adamo ed Eva scacciati dal Paradiso.

Scultore: molto nota la produzione di centinaia di minuscole sculture colorate realizzate «… con una lancetta di microscopio». Le figurine, «… alte da quattro millimetri a un massimo di un centimetro e mezzo; sono colorate al naturale, sorprendenti la ricchezza e precisione dei particolari». In gusci di «… centinaia di noci irpine», minuziosamente ripuliti e muniti di cerniera, che ne premette la perfetta chiusura, ha incastonato nelle due valve «… una composizione in microplastica: figure e scene».

Complessivamente «… ha scolpito 376 gruppi»: 157 rappresentano episodi della Bibbia e 219 episodi della Divina Commedia. Per questa realizzazione è stato da tutti identificato come «…l’uomo delle noci».

In ossequio alla sua  volontà, parte di queste mini sculture sono state donate alla Provincia Napoletana dell’Ordine dei Frati Minoro conventuali e poi raccolte presso la chiesa di San Lorenzo Maggiore in Napoli.

Scrittore, «cultore di storia» locale ha scritto vari volumi, tra i quali citiamo: Storie e leggende Porticesi e Portici notizie storiche.

Non è stato «… uno storico, ma il suo libro su Portici, di oltre 500 pagine, è una prova d’amore per la sua città e un inventario ricchissimo di notizie». Il volume è «… una interessante monografia sulla cittadina vesuviana che tra l’altro riporta lapidi e iscrizioni che sono in gran parte scomparse e che erano affisse su chiese e palazzi».

Collezionista, «amante del bello», ha raccolto «… le cose piú strane, era un rigattiere insomma e fece della sua bella casa un museo con il registro delle presenze giornaliere».

Nel suo piccolo museo domestico ha esposto «… alcune decine di migliaia di oggetti curiosi: animali imbalsamati, minerali, fossili, francobolli, chiudilettere, ex libris, medaglie, distintivi, cimeli di guerra, monete, fra le quali una eccezionale, del peso di 590 grammi e a forma di croce, usata dai Baluba del Congo per acquistare una sposa».

Beniamino Ascione, all’età di ottantadue anni, muore a Portici nella sua abitazione, la settecentesca Villa Meola, il 29 Novembre 1977, un martedì